VILLA LANTE A BAGNAIA

Bagnaia è un piccolo borgo medievale ai piedi dei Monti Cimini, luogo privilegiato per il clima mite e, per questo, già dal XV secolo residenza estiva di cardinali e vescovi.

In un’assolata giornata estiva, imbocco la Cassia per scappare dalla calura di Roma e rilassarmi visitando questa cittadina della Tuscia e la splendida villa Lante. In circa un’ora e mezza arrivo a destinazione e, lasciata la macchina in uno dei tanti parcheggi, inizio la mia passeggiata. 

Il borgo vecchio è dominato dal palazzo Vescovile, con torre cilindrica, che si affaccia su una piazzetta ornata da una fontana, opera probabilmente del Vignola. 

Nel Rinascimento, papi e cardinali, ai quali era sempre appartenuto il borgo, hanno dato impulso al suo riassetto urbanistico, fregiando le facciate dei palazzi più importanti con stemmi cardinalizi.

Facciata di palazzi del borgo medievale


A pochi passi dalla piazzetta, si trova l’ingresso a villa Lante, edificata all’interno di un magnifico parco (voluto dal cardinale Riario nel 1498) tra il 1532 e il 1549, per opera del cardinale Ridolfi. Fu, però, il cardinale Gambara che, tra il 1568 e il 1578, diede il via alla risistemazione del parco e alla costruzione della palazzina, detta Gambara appunto. Il Vignola progettò una serie di terrazzamenti per superare il problema dei dislivelli. Una seconda palazzina fu, poi, aggiunta per volere del cardinale Peretti. Straordinario esempio di residenza manieristica con giardino all’italiana di quattro ettari, nel Seicento divenne proprietà dei Lante, che la mantennero per circa tre secoli e ai quali si deve il nome con cui è conosciuta. Appena entrati, la fontana dei Mori, detta anche fontana del Quadrato, svetta imponente al centro del parterre ed è il fulcro simbolico del giardino.


La fontana dei Mori e il labirinto del giardino all'italiana
Lo sguardo viene catturato dalle piccole siepi di bosso simmetricamente disposte a dar vita ad un intricato labirinto. Salendo sul primo terrazzamento, al centro del muro di sostegno, spicca la fontana dei Lumini: settanta lumini gettano zampilli che incorniciano un getto d’acqua centrale. Ai suoi lati si trovano due grotte artificiali, decorate dalle statue di Nettuno e Venere. Il raccordo con il successivo terrazzamento è dato dalla cosiddetta Catena d’acqua, che mette in asse la fontana dei Giganti e la fontana dei Delfini. Questo asse di equilibrio usa la caduta dell’acqua come elemento architettonico decorativo ed è formato da volute agganciate le une alle altre, con l’acqua che sgorga dalle branchie di un gambero, emblema dei Gambara. Il termine della linea visuale è dato da una fontana a grotta, inserita in una fitta vegetazione: il bosco diventa vero e proprio fondale scenografico.

TIP
Purtroppo, le sale delle splendide palazzine non sono sempre aperte al pubblico. È possibile visitarle a rotazione dal martedì al venerdì e la domenica alle ore 12, prenotandosi presso la biglietteria (max 25 persone).


Che dite, vale la pena farci un salto?!

NB: Siete a pochi passi da Viterbo, sicuri di non volerci fare un giro? Leggete qui!

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